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Psoriasi: il futuro nelle cure nei farmaci biotecnologici e nelle “small molecules”
La parola al Dott. Claudio Bonifati, responsabile dell’Ambulatorio per lo studio e la cura della psoriasi collocato presso l’IRCCS Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma

11.06.2018. Continua qui l’approfondimento del centro studi ThatMorning sui migliori centri di ricerca per cura della psoriasi, iniziato con l’articolo “PSORIASI: ecco i 10 centri di ricerca migliori in Italia” e incontra il Dott. Claudio Bonifati, specialista in dermatologia e responsabile dell’Ambulatorio per lo studio e la cura della psoriasi, attivo presso l’IRCCS Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma.
L’ambulatorio è specializzato nel trattamento di tutte le forme di psoriasi ed è in grado di gestire in maniera personalizzata e mirata ogni paziente in relazione al tipo di psoriasi da cui è affetto.
L’ambulatorio è coinvolto in diversi studi clinici e sperimentali finalizzati a migliorare le conoscenze su una patologia particolarmente complessa quale è la psoriasi.
Ci parli un pò del vostro centro
L’Ambulatorio dedicato alla cura e allo studio della psoriasi è inserito nel contesto di un istituto a carattere scientifico (IRCCS), la cui finalità è quella di traslare la pratica clinica in ricerca per poter raccogliere tutte le informazioni più adeguate per seguire in maniera ottimale i nostri pazienti. Ricordo che l’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma è l’unico IRCCS pubblico dermatologico in Italia.
Come si struttura l’ambulatorio? Come viene gestito il percorso di cura del paziente?
Siamo attivi 5 giorni su 7: il lunedì e il mercoledì riceviamo i pazienti che si prenotano tramite il CUP regionale (al numero verde 803333), mentre le giornate di martedì, giovedì e venerdì sono riservate a quei pazienti che presentano le forme più gravi di psoriasi e che vengono trattate con le terapie sistemiche (farmaci somministrati per bocca o per via parenterale).
Le modalità di accesso al nostro Centro sono particolarmente comode e semplici, infatti per i pazienti che si rivolgono a noi per la prima volta i tempi di attesa vanno dai 3 ai 10 giorni. Quei pazienti che presentano le forme più severe e necessitano di un maggior numero di controlli, anche a seguito dei farmaci che assumono, usufruiscono di una agenda interna di appuntamenti che riusciamo a gestire con un’ottima fluidità.
Per quanto riguarda la struttura, siamo organizzati in una Unit, perchè il paziente psoriasico va considerato nella sua globalità. Non dobbiamo infatti dimenticare che questa patologia, sopratutto nelle forme moderate e severe, è spesso associata a più comorbilità e quindi le nostre procedure interne prevedono il coinvolgimento di più specialisti (non sono rari i casi di associazione della psoriasi con diabete, ipercolesteromia, obesità, epatosteatosi, cardiopatia ischemica ecc.).
Abbiamo anche un particolare interesse per la artropatia psoriasica ed infatti grazie alla presenza nella struttura di un reumatologo possiamo valutare la componente articolare per questa patologia. Sappiamo che questa è presente fino al 30% dei pazienti con psoriasi ed una diagnosi precoce ci permette di mettere in atto quelle procedure finalizzate a limitare i danni che la patologia comporta. Questi ultimi possono essere anche molto invalidanti.
Quali sono gli studi che state portando avanti e quelli per voi più significativi?
Siamo coinvolti su diversi fronti che vanno dagli studi sugli aspetti immunopatogenetici della psoriasi fino a quelli relativi alla sfera psicologica. Particolare attenzione inoltre è volta all’indagine di quelle variabili che condizionano le risposte dei pazienti alle diverse terapie somministrate.
A proposito degli studi sulla patogenesi della psoriasi, ricordo che siamo stati tra i primi gruppi di ricerca ad aver studiato il coinvolgimento di alcune sostanze infiammatorie come ad esempio il tumor necrosis factor alpha, che è uno dei principali bersagli di diverse terapie biologiche attualmente disponibili.
Nel nostro centro infine sono in corso diversi trials clinici indirizzati a pazienti con determinate caratteristiche cliniche.
Entriamo nel merito di questa patologia: quali sono le cause scatenanti individuate ad oggi?
La prima e più determinante componente è costituita da una predisposizione genetica. Sappiamo poi che vi sono una serie di fattori esogeni e/o endogeni che su un soggetto geneticamente predisposto possono determinare l’espressione fenotipica della malattia.
In pratica in un soggetto geneticamente predisposto vari fattori quali infezioni, aumento ponderale, abuso di bevande alcoliche, fumo,stress, traumi a carico della pelle possono comportare la comparsa o l’aggravamento della psoriasi.
Nella lotta contro la malattia, a che punto ritiene siano arrivate le nuove terapie?
Ad oggi abbiamo a nostra disposizione numerose terapie. La svolta epocale nel bagaglio terapeutico di noi dermatologi ed in particolare nell’ambito della psoriasi è stata l’introduzione dei farmaci biologici, meglio ancora definiti biotecnologici. Questi ultimi oggi ci permettono di trattare pazienti con forme severe a fronte di un numero limitato di eventi avversi.
Ovviamente non parliamo di guarigione, ma certamente di un controllo spesso ottimale della malattia. Sottolineo comunque che i farmaci biologici sono destinati ad una fascia ben definita di pazienti che per varie ragioni non possono essere trattati con i farmaci cosiddetti tradizionali (methotrexate, ciclosporina, acitretina ecc.)
Le terapie biologiche sono reperibili in tutti i centri o solo in quelli specializzati?
In generale direi che sul territorio nazionale c’è una buona presenza di centri che dispensano terapie biologiche per la psoriasi..
La distribuzione ospedaliera risulta efficace anche se si potrebbe sicuramente migliorare la gestione delle risorse e l’informazione scientifica per garantire la prescrizione di farmaci innovativi ad un numero sempre maggiore di pazienti.
Cosa ci si aspetta dalla ricerca ed in particolare dalla quella portata aventi da Lei e dal vostro Centro?
Per quanto riguarda le cure disponibili ad oggi possiamo in parte ritenerci soddisfatti e non prevedo delle svolte nell’immediato. Sicuramente avremo farmaci sempre più selettivi che ci daranno la possibilità di curare quei pazienti che magari hanno fallito ad uno o più trattamenti con farmaci biologici meno recenti. Oltre ai farmaci biologici molto interessanti sono i nuovi farmaci di sintesi “small molecules” che si assumono per via orale, come Apremilast. A breve sarà disponibile anche il Tofacitinib.
Cosa consigliate ad un paziente che non ha ancora intrapreso un percorso di cura?
Direi che la cosa principale è quella di rivolgersi a strutture specializzate, perché il paziente psoriasico è spesso bistrattato, è un paziente non semplicissimo da trattare ed è quindi bene che si rivolga a centri con esperienza nella gestione della malattia. Ai pazienti dico di non vergognarsi della loro condizione, di parlarne e di avere fiducia nei trattamenti. Infatti, pur essendo vero che per la psoriasi non si può parlare di guarigione, è sicuramente possibile ottenere dei risultati terapeutici decisamente buoni.
L’aspetto che voglio sottolineare è che per ottenere i migliori risultati è fondamentale l’alleanza tra il medico e il paziente. Consiglio dunque alle persone che soffrono di questo disturbo di rivolgersi alle migliori strutture specializzate presenti sul territorio, come ad esempio la nostra operante presso l’Istitituto Dermatologico San Gallicano ed impegnata in prima fila nel panorama italiano.
A completamento dell’approfondimento sulla tematica il centro studi di ThatMorning ha messo a disposizione sul suo portale DoveSalute.it la mappa dei Centri specializzati nel trattamento della psoriasi presenti in tutta Italia.
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