La struttura

Questa struttura risulta nel suo complesso buona e nell'ultimo periodo la sua valutazione è stabile.

E' un ospedale grande e questo è un vantaggio perché le strutture più grandi generalmente possono sostenere i costi delle professionalità e delle tecnologie necessarie a garantire il massimo livello di efficienza e sicurezza.

E' un ospedale specializzato che gestisce molti pazienti in reparti specializzati.



Distaccamenti di questo ospedale

San Carlo C/da Macchia Romana - Potenza (PZ)
San Francesco di Paola Via San Pietro - Pescopagano (PZ)


Andamento del voto

7 Recensioni (non influenzano il voto)

Dopo l''intervento dell''otto luglio 2022, riuscito bene, non sono stato trasferito nel reparto di "fisioterapia respiratoria e motoria , ma, lasciato nell''UTIC postoperatorio. dove ho conosciuto la sofferenza, il non rispetto dei malati anziani e la non cura delle ferite post operatorie, ero convinto di non farcela.
1) appena nelle loro mani, mi tolsero il cerotto protettivo della ferita safenica ,senza medicazione e disponibile alla infezione ( come avvenne)
2) chiedevo le ragioni del mio male e l''unica risposta era : devi tossire e fare aria
3) sono stato trattenuto per sei giorni in condizioni di digiuno assoluto con 200g di liquidi
4) sono uscito il sesto giorno, dietro una telefonata ai miei parenti, con il telefono di reparto, ove chiedevo aiuto, i quali allertarono il dirigente di reparto, che
prontamente interveniva smontando ogni drenaggio e sondini per lo spurgo del catarro portandomi nel reparto di fisioterapia respiratoria e motoria,
ove
ho cominciato a mangiare, curare le ferite infette e a stimolare l''uscita dell''aria e del catarro. Ciò non è avvenuto per decisione del medico di reparto.
5) La fascia costrittore dello sterno ne mi è stata diagnosticata ne praticata con altri sistemi
6) il medico di turo oltre inserirmi un tubo dalle narici, per il muco mi fece un drenaggio fisso nel fianco sinistro ( dopo che l''infermiera gli chiedeva : se
l''avesse mai fatto. Prima del suo intervento in mattinata tale drenaggio veniva eseguito da uno specialista solo per circa 30 minuti.
7) per due sere mi concesse di telefonare ai miei parenti per poi concludere con un altro telefono dicendo che stavo bene e che i parametri erano buoni.
8) con una degenza cosi lunga non mi è stato concesso l''uso del mio telefono-
9) sono stato ammonito che se non facessi aria e tosse , avrebbero usato come hanno fatto un altro tubo nelle narici con movimenti bruschi ,tanto che
per tre volte mi è uscito dalla bocca e con un altro tubo nel retto.
10) ho chiesto il rispetto dei diritti del malato anziano in ospedale con risposta di non conoscere questo sacrosanto articolo della costituzione italiana ed
europea
A tutto questo , ho incontrato ,nel reparto di fisioterapia respiratoria e motoria, OPERATORI degni di rispetto e preparati
Dopo l''intervento dell''otto luglio 2022, riuscito bene, non sono stato trasferito nel reparto di "fisioterapia respiratoria e motoria , ma, lasciato nell''UTIC postoperatorio. dove ho conosciuto la sofferenza, il non rispetto dei malati anziani e la non cura delle ferite post operatorie, ero convinto di non farcela.
1) appena nelle loro mani, mi tolsero il cerotto protettivo della ferita safenica ,senza medicazione e disponibile alla infezione ( come avvenne)
2) chiedevo le ragioni del mio male e l''unica risposta era : devi tossire e fare aria
3) sono stato trattenuto per sei giorni in condizioni di digiuno assoluto con 200g di liquidi
4) sono uscito il sesto giorno, dietro una telefonata ai miei parenti, con il telefono di reparto, ove chiedevo aiuto, i quali allertarono il dirigente di reparto, che
prontamente interveniva smontando ogni drenaggio e sondini per lo spurgo del catarro portandomi nel reparto di fisioterapia respiratoria e motoria,
ove
ho cominciato a mangiare, curare le ferite infette e a stimolare l''uscita dell''aria e del catarro. Ciò non è avvenuto per decisione del medico di reparto.
5) La fascia costrittore dello sterno ne mi è stata diagnosticata ne praticata con altri sistemi
6) il medico di turo oltre inserirmi un tubo dalle narici, per il muco mi fece un drenaggio fisso nel fianco sinistro ( dopo che l''infermiera gli chiedeva : se
l''avesse mai fatto. Prima del suo intervento in mattinata tale drenaggio veniva eseguito da uno specialista solo per circa 30 minuti.
7) per due sere mi concesse di telefonare ai miei parenti per poi concludere con un altro telefono dicendo che stavo bene e che i parametri erano buoni.
8) con una degenza cosi lunga non mi è stato concesso l''uso del mio telefono-
9) sono stato ammonito che se non facessi aria e tosse , avrebbero usato come hanno fatto un altro tubo nelle narici con movimenti bruschi ,tanto che
per tre volte mi è uscito dalla bocca e con un altro tubo nel retto.
10) ho chiesto il rispetto dei diritti del malato anziano in ospedale con risposta di non conoscere questo sacrosanto articolo della costituzione italiana ed
europea
A tutto questo , ho incontrato ,nel reparto di fisioterapia respiratoria e motoria, OPERATORI degni di rispetto e preparati
Riferito al reparto di CARDIOCHIRURGIA
Un calvario lungo 33 giorni! Mio padre è stato ricoverato la notte del 25 dicembre per un''ischemia al piede. I medici di chirurgia vascolare ci avevano rassicurato dicendo che sarebbe stata sufficiente una cura di pochi giorni (flebo) e il 30 dicembre l''avrebbero dimesso. Poi il caos! Una cura devastante durata settimane che non solo non ha dato alcun risultato, tanto che già dopo due giorni altri medici dello stesso reparto in modo inumano avevano comunicato a mio padre l''intenzione di amputare il piede, ma che ha fatto precipitare irrimediabilmente la salute del mio papà. Dopo alcuni giorni dal ricovero i suoi reni non hanno retto la cura inutilmente lunga e massiccia così papà è andato in dialisi. Intanto, ormai definitivamente allettato, mio padre mi parlava di forti dolori addominali e di una continua diarrea, solo dopo la sua fine ho scoperto che si trattava di emorragie e non di una banale diarrea come, invece, raccontavano a lui e a noi parenti. A causa del Covid i reparti non erano più accessibili ai familiari e le uniche scarne comunicazioni con i medici avvenivano telefonicamente una volta al giorno per pochi secondi. Alle mie richieste i dottori si erano sempre limitati a sottolineare il loro impegno nel monitorare la situazione e nel ristabilire i reni per poi operare l''arto. Solo il 15 gennaio hanno convocato noi familiari con urgenza per poter procedere ad una colonscopia e il 17 a TAC con mezzo di contrasto a causa di una violenta rettorragia a cui non avevano mai fatto cenno in precedenza. Papà la sera stessa è stato trasferito in chirurgia d''urgenza, più volte operato nel giro di cinque giorni, poi finito in rianimazione e deceduto il 26 gennaio da solo tra atroci sofferenze. Solo leggendo la cartella clinica, dopo la sua scomparsa, ho appreso di perdite continue di sangue a partire dal 4 gennaio e di ematomi intestinali curati con borse di ghiaccio. La diagnosi di colite ischemica è arrivata dopo settimane quando la situazione era definitivamente precipitata e il mio papà ha perso la sua preziosa vita. Quanta incapacità, superficialità e sciatteria. Inaccettabile!
Un calvario lungo 33 giorni! Mio padre è stato ricoverato la notte del 25 dicembre per un''ischemia al piede. I medici di chirurgia vascolare ci avevano rassicurato dicendo che sarebbe stata sufficiente una cura di pochi giorni (flebo) e il 30 dicembre l''avrebbero dimesso. Poi il caos! Una cura devastante durata settimane che non solo non ha dato alcun risultato, tanto che già dopo due giorni altri medici dello stesso reparto in modo inumano avevano comunicato a mio padre l''intenzione di amputare il piede, ma che ha fatto precipitare irrimediabilmente la salute del mio papà. Dopo alcuni giorni dal ricovero i suoi reni non hanno retto la cura inutilmente lunga e massiccia così papà è andato in dialisi. Intanto, ormai definitivamente allettato, mio padre mi parlava di forti dolori addominali e di una continua diarrea, solo dopo la sua fine ho scoperto che si trattava di emorragie e non di una banale diarrea come, invece, raccontavano a lui e a noi parenti. A causa del Covid i reparti non erano più accessibili ai familiari e le uniche scarne comunicazioni con i medici avvenivano telefonicamente una volta al giorno per pochi secondi. Alle mie richieste i dottori si erano sempre limitati a sottolineare il loro impegno nel monitorare la situazione e nel ristabilire i reni per poi operare l''arto. Solo il 15 gennaio hanno convocato noi familiari con urgenza per poter procedere ad una colonscopia e il 17 a TAC con mezzo di contrasto a causa di una violenta rettorragia a cui non avevano mai fatto cenno in precedenza. Papà la sera stessa è stato trasferito in chirurgia d''urgenza, più volte operato nel giro di cinque giorni, poi finito in rianimazione e deceduto il 26 gennaio da solo tra atroci sofferenze. Solo leggendo la cartella clinica, dopo la sua scomparsa, ho appreso di perdite continue di sangue a partire dal 4 gennaio e di ematomi intestinali curati con borse di ghiaccio. La diagnosi di colite ischemica è arrivata dopo settimane quando la situazione era definitivamente precipitata e il mio papà ha perso la sua preziosa vita. Quanta incapacità, superficialità e sciatteria. Inaccettabile!
Riferito al reparto di CHIRURGIA VASCOLARE
Medici incompetenti, hanno fatto morire mia madre dopo una coronarografia. Portata al pronto soccorso con i suoi piedi la mattina e
il pomeriggio non c''era più. Peimario terapia intensiva ha saputo solo dirmi che è stata sfortunata. Non si può accettare questo.

@

Medici incompetenti, hanno fatto morire mia madre dopo una coronarografia. Portata al pronto soccorso con i suoi piedi la mattina e
il pomeriggio non c''era più. Peimario terapia intensiva ha saputo solo dirmi che è stata sfortunata. Non si può accettare questo.
Riferito al reparto di UNITA` CORONARICA
Mi pento di non aver dato ascolto a tutte le persone che mi hanno chiamato consigliandomi di andare altrove. Ora a distanza di due mesi mi ritrovo ricoverato fuori regione per operarmi dinuovo. Una vergogna per non parlare dell''ambulatorio dove effettuano le visite di controllo.
Mi pento di non aver dato ascolto a tutte le persone che mi hanno chiamato consigliandomi di andare altrove. Ora a distanza di due mesi mi ritrovo ricoverato fuori regione per operarmi dinuovo. Una vergogna per non parlare dell''ambulatorio dove effettuano le visite di controllo.
Riferito al reparto di ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
Il reparto sembra essere il riassunto di tutta l''arroganza e la maleducazione del mondo. Medici senza pazienza che si rapportano all''utenza come ad un gregge di pecore, soprattutto con gli anziani. Infermieri e personale di accoglienza svogliati .
Il reparto sembra essere il riassunto di tutta l''arroganza e la maleducazione del mondo. Medici senza pazienza che si rapportano all''utenza come ad un gregge di pecore, soprattutto con gli anziani. Infermieri e personale di accoglienza svogliati .
Riferito al reparto di OCULISTICA
Sono stata più volte in questo ospedale per portare mia mamma in scompenso cardiaco. quello che mi viene da scrivere che un ambulatorio eccezionale. il dott. sannazzaro e l'' infermiera Clementina sono 2 angeli. cordiali professionali umani.eccellente tutto ciò. ce ne fossero altri ambulatori cosi. grazie Almida Giovine
Sono stata più volte in questo ospedale per portare mia mamma in scompenso cardiaco. quello che mi viene da scrivere che un ambulatorio eccezionale. il dott. sannazzaro e l'' infermiera Clementina sono 2 angeli. cordiali professionali umani.eccellente tutto ciò. ce ne fossero altri ambulatori cosi. grazie Almida Giovine
Riferito al reparto di CARDIOLOGIA
Alle 17 il pediatra consiglia di andare al pronto soccorso per controllare se il dito gonfio di mio figlio é fratturato alle 17.30 l''infermiere attribuisce un codice giallo alle ore 1 della notte si é ancora il attesa é una vergogna come é possibile che un bambino aspetti più di sei sette ore senza essere visitato? Facevo prima ad arrivare a bari o a salerno poveri noi non ci meditiamo questi incapaci
Alle 17 il pediatra consiglia di andare al pronto soccorso per controllare se il dito gonfio di mio figlio é fratturato alle 17.30 l''infermiere attribuisce un codice giallo alle ore 1 della notte si é ancora il attesa é una vergogna come é possibile che un bambino aspetti più di sei sette ore senza essere visitato? Facevo prima ad arrivare a bari o a salerno poveri noi non ci meditiamo questi incapaci
Riferito al reparto di PRONTO SOCCORSO

Specializzazione


Cerca una patologia per vedere come viene curata in questo ospedale:

Reparti

Indirizzo

San Carlo

- potenza (PZ)
Contatta l'ospedale