Villa dei Pini
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L'innovazione di oggi,la salute di domani
Il podcast dedicato ai professionisti del mondo della salute
Le scoperte che trasformeranno il mondo della salute.
Scoperte che faranno parte davvero del nostro domani, selezionate da Thatmorning e raccontate da Daniela Faggion, che in ogni puntata dà voce alle eccellenze italiane in prima persona.
La storia di Veggie: Anoressia nervosa
Il disturbo di mia figlia è iniziato a maggio 2020 con disturbi alimentari, seguiti da autolesionismo. La diagnosi di Villa dei Pini è stata di disturbo borderline. L''esperienza a Villa dei Pini purtroppo è stata negativa, avendo segnato pesantemente il percorso di guarigione di mia figlia. Struttura che dietro ad un apparente approccio moderno alla malattia mentale tramite i gruppi della DBT, in realtà ricorre in maniera massiccia all''uso dei farmaci arrivando quasi ad una sedazione del paziente. I pazienti che accoglie soffrono di diversi tipi di patologie, tra cui alcolismo e droga, e vanno dai 18 anni a salire. I pazienti ad eccezione dei gruppi DBT, che occupano poche ore della giornata, sono poi lasciati a se stessi ognuno con le proprie problematiche, ognuno con le proprie crisi. Le crisi vengono fronteggiate con il ricorso di gocce di RIVOTRIL o di flebo di valium. Il giorno dopo non viene affrontato il motivo dell''insorgere della crisi, e al ripresentarsi di una nuova crisi si ricorre sempre ai farmaci. Mia figlia si alzava dal letto barcollando, una volta barcollava così tanto che è caduta. Mia figlia in struttura ha incominciato a bruciarsi e ha tentato diverse volte il suicidio. Inoltre, è stata ricattata emotivamente da un paziente di 45/50 perché "innamoratosi" di lei e non contraccambiato. Quando sono andata a riprenderla allo stacco era aumentata di peso e quindi da anoressia era passata ad obesità per abbuffate alle macchinette, camminava come un robottino, le tremavano pesantemente le mani, aveva le ferite infette e non riusciva ad urinare e per andare d''intestino prendeva 3 bustine di MOVICOL al giorno. Inoltre, devo segnalare la mancanza di contatto tra la struttura e la famiglia. Io ho lasciato a marzo mia figlia dietro ad un cancello, nessun medico mi ha accolto per spiegarmi i procedimenti terapeutici che sarebbero stati intrapresi, per parlare con un dottore era possibile solo telefonicamente dopo attese e la sensazione era sempre quella di disturbare, ricevevo sempre poche parole su come stava mia figlia, ho richiesto un appuntamento in presenza per parlare con un dottore che non mi è stato concesso. Ritengo importante specificare che ho rivisto mia figlia dopo tre mesi a causa del blocco COVID. Al momento delle dimissioni, avvenute per volontà di mia figlia, non le è stata data la terapia che doveva prendere nelle ore immediatamente successive all''uscita. Mia figlia è entrata con un sintomo ed è uscita con diversi e nuovi sintomi. Dal ricovero di Villa dei Pini la situazione è peggiorata. Un esperienza che ha determinato una dura battuta di arresto. Purtroppo, ancora non mi capacito di come nel 2022 il disagio mentale, soprattutto a questa giovane età, venga affrontato in questo modo e che non esistano strutture adeguate ad aiutare questi ragazzi a ritrovare il loro equilibrio soprattutto in un periodo storico come questo in cui si registra un aumento importante di queste patologie tra i giovani.
Patrizia Agabiti
Il disturbo di mia figlia è iniziato a maggio 2020 con disturbi alimentari, seguiti da autolesionismo. La diagnosi di Villa dei Pini è stata di disturbo borderline. L''esperienza a Villa dei Pini purtroppo è stata negativa, avendo segnato pesantemente il percorso di guarigione di mia figlia. Struttura che dietro ad un apparente approccio moderno alla malattia mentale tramite i gruppi della DBT, in realtà ricorre in maniera massiccia all''uso dei farmaci arrivando quasi ad una sedazione del paziente. I pazienti che accoglie soffrono di diversi tipi di patologie, tra cui alcolismo e droga, e vanno dai 18 anni a salire. I pazienti ad eccezione dei gruppi DBT, che occupano poche ore della giornata, sono poi lasciati a se stessi ognuno con le proprie problematiche, ognuno con le proprie crisi. Le crisi vengono fronteggiate con il ricorso di gocce di RIVOTRIL o di flebo di valium. Il giorno dopo non viene affrontato il motivo dell''insorgere della crisi, e al ripresentarsi di una nuova crisi si ricorre sempre ai farmaci. Mia figlia si alzava dal letto barcollando, una volta barcollava così tanto che è caduta. Mia figlia in struttura ha incominciato a bruciarsi e ha tentato diverse volte il suicidio. Inoltre, è stata ricattata emotivamente da un paziente di 45/50 perché "innamoratosi" di lei e non contraccambiato. Quando sono andata a riprenderla allo stacco era aumentata di peso e quindi da anoressia era passata ad obesità per abbuffate alle macchinette, camminava come un robottino, le tremavano pesantemente le mani, aveva le ferite infette e non riusciva ad urinare e per andare d''intestino prendeva 3 bustine di MOVICOL al giorno. Inoltre, devo segnalare la mancanza di contatto tra la struttura e la famiglia. Io ho lasciato a marzo mia figlia dietro ad un cancello, nessun medico mi ha accolto per spiegarmi i procedimenti terapeutici che sarebbero stati intrapresi, per parlare con un dottore era possibile solo telefonicamente dopo attese e la sensazione era sempre quella di disturbare, ricevevo sempre poche parole su come stava mia figlia, ho richiesto un appuntamento in presenza per parlare con un dottore che non mi è stato concesso. Ritengo importante specificare che ho rivisto mia figlia dopo tre mesi a causa del blocco COVID. Al momento delle dimissioni, avvenute per volontà di mia figlia, non le è stata data la terapia che doveva prendere nelle ore immediatamente successive all''uscita. Mia figlia è entrata con un sintomo ed è uscita con diversi e nuovi sintomi. Dal ricovero di Villa dei Pini la situazione è peggiorata. Un esperienza che ha determinato una dura battuta di arresto. Purtroppo, ancora non mi capacito di come nel 2022 il disagio mentale, soprattutto a questa giovane età, venga affrontato in questo modo e che non esistano strutture adeguate ad aiutare questi ragazzi a ritrovare il loro equilibrio soprattutto in un periodo storico come questo in cui si registra un aumento importante di queste patologie tra i giovani.
Luca Bazzigotti
Daniela Canali
Ogni giorno trascorsi DBT mi permetteva di vedere un colore che prima non vedevo ... Ed ora, a fine percorso, ora che questa clinica è un po'' casa, mi rendo conto che sono cambiata senza nemmeno accorgermene, che ora vedo un futuro ed ho degli obiettivi. Ora ho "una vita degna di essere vissuta". È stato difficile, 6 mesi sono tanti e all''inizio vuoi solo andartene, parti sfiduciato perché arrivi in una condizione mentale che offusca il mondo, ma è servito davvero. La DBT non è una magia ma ti dà "gli strumenti" per ricominciare a vivere, sorridere.
Nicoletta Zilli
Ogni giorno trascorsi DBT mi permetteva di vedere un colore che prima non vedevo ... Ed ora, a fine percorso, ora che questa clinica è un po'' casa, mi rendo conto che sono cambiata senza nemmeno accorgermene, che ora vedo un futuro ed ho degli obiettivi. Ora ho "una vita degna di essere vissuta". È stato difficile, 6 mesi sono tanti e all''inizio vuoi solo andartene, parti sfiduciato perché arrivi in una condizione mentale che offusca il mondo, ma è servito davvero. La DBT non è una magia ma ti dà "gli strumenti" per ricominciare a vivere, sorridere.
Leonardo Ventura
Nessuna disponibilità da parte dei medici per parlare con i familiari e con il proprio medico.
Nessun supporto psicologico con i pazienti che si trovano a disagio e impauriti.
Dimissioni senza preavviso sia per i parenti che per i pazienti che si trovano in panico perché non stanno ancora bene.
Sulla Lettera dellle dimissioni il motivo di ricovero è completamente diverso da quello reale: questo denota una scarsa attenzione per il paziente e soprattuto la scarsa professionalità.
Natascia Pardini
Nessuna disponibilità da parte dei medici per parlare con i familiari e con il proprio medico.
Nessun supporto psicologico con i pazienti che si trovano a disagio e impauriti.
Dimissioni senza preavviso sia per i parenti che per i pazienti che si trovano in panico perché non stanno ancora bene.
Sulla Lettera dellle dimissioni il motivo di ricovero è completamente diverso da quello reale: questo denota una scarsa attenzione per il paziente e soprattuto la scarsa professionalità.