La struttura
Questa struttura risulta nel suo complesso buona e nell'ultimo periodo la sua valutazione è stabile.
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Specializzazione
Reparti
Buon reparto, con valutazione molto superiore alla media nazionale.
Nel reparto di recupero e riabilitazione funzionale si trattano: trattamento rieducativo e riabilitativo a seguito di problematiche ortopediche, neurologiche, respiratorie o di incontinenza. In questo reparto hai diritto a 21 minuti di assistenza medica al giorno. La degenza media in questo reparto è di 26 giorni , la media italiana nei reparti analoghi è di 25 giorni . I reparti analoghi hanno mediamente 38 posti letto in Italia.
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L'innovazione di oggi,la salute di domani
Il podcast dedicato ai professionisti del mondo della salute
Le scoperte che trasformeranno il mondo della salute.
Scoperte che faranno parte davvero del nostro domani, selezionate da Thatmorning e raccontate da Daniela Faggion, che in ogni puntata dà voce alle eccellenze italiane in prima persona.
Elisabetta Polverini
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Talvolta, nella vita di un uomo accadono eventi imponderabili. A mio marito è occorso un incidente motociclistico gravissimo il giorno prima del suo compleanno, 24 luglio In breve quaranta giorni con prognosi riservata, in un coma ma, per tutti, precedente solo all’ultimo viaggio. Invece il miracolo, perché di questo si tratta, il risveglio tanto improvviso quanto veloce. Appunto un miracolo. A questo punto e siamo all’inizio di settembre, il trasferimento al Don Gnocchi, reparto Cod 75, ovvero il reparto degli scampati alla morte, ma con esiti motori e cognitivi gravissimi. Il reparto è coordinato da una giovane quanto capace dottoressa, Camilla Grifoni. La squadra è composta da medici molto preparati professionalmente e umanamente che collaborano con tutti gli operatori per aiutare il paziente e la famiglia.
L’atmosfera, ad un primo impatto, risulta quello di una caserma. Cosi l’ha vissuto mio marito, che comunque già dal secondo giorno ne ha riferito l’organizzazione, e la precisione teutonica, anzi meglio. La sveglia al mattino sempre alla stessa ora, poi la terapia da parte del personale infermieristico. Quindi la colazione, seguita dalla toilette personale, tanto precisa, quanto accurata. Per questo un riconoscimento a Lorenzo Longinotti, coordinatore infermieristico, per l’organizzazione del personale infermieristico e oss. Poi il lavoro di recupero psicofisico, condotto da una serie di operatori, tanto capaci, quanto moralmente ricchi. Una squadra di operatori che si sono presi cura di mio marito, la Dott.ssa Annamaria Romoli e Camilla Grifoni per la parte clinica, un fisioterapista di sicura e grande esperienza, Matteo, affiancato per altri compiti da una giovane quanto capace logopedista motivazionale. La solida ed esperta terapista occupazionale Caterina. I nomi sono così, vissuti da ‘amici’. Solo nomi propri usati sempre con cordialità, da tutti. Caterina terapista occupazionale dedicata insieme alla Dott.ssa Grifoni dell’uso del robot per la riabilitazione psicofisica. Mio marito rapidamente a proprio agio con il sistema di misurazione dei robot. E poi tanti video funzionali, per gli arti offesi, e qui riportati al centro dell’azione, sostanzialmente un recupero computerizzato, a tratti anche divertente. Un programma per il quale il Don Gnocchi risulta all’avanguardia in Italia.
Il mio ‘paziente’ mi ha chiarito tutti i passaggi, sostenuto dalla cordiale umanità di tutti gli operatori che ho personalmente riscontrata nei vari e ripetuti scambi di baci, abbracci, saluti in tutti i luoghi del reparto, dalla macchina del caffè, alla camera di degenza, ai laboratori medici.
Laboratori nei quali la Dott.ssa Romoli, oltre alla sua professionalità, operava con una personale simpatia, alla portata di pazienti e familiari.
Una citazione particolare per il Dottor Borsotti, l’uomo che cura la psiche dei malati, e dei familiari, come non citare gli incontri alla sua presenza coi familiari, i traumi duri come quello di mio marito, provano la sua psiche è quella dei familiari, d’altronde 45 giorni di coma con prognosi riservata, e poi oltre sei mesi di recupero fisico hanno un prezzo fisico e psichico da pagare.
Fortunatamente per mio marito, le cure e le attenzioni ricevute hanno compiuto la guarigione, e quindi il passaggio al reparto 56 , quello nel quale finisce, per molti la fase di recupero fisico.
Quindi si è aperta una fase di grande speranza. Subito il sistema di vita del reparto, tuttavia, è apparso meno attento di quello del 75, è molto meno preciso.
Gli orari molto approssimativi, le cure idem, e qui mio marito è stato colpito dal COVID. Alcuni giorni di febbre, e di isolamento, non solo medico, ma totale da tutti. Fino a scordarsi anche il vitto, per avere la cena due volte è occorsa una telefonata da fuori. Senza dubbio una sensibilità inferiore a quella del precedente reparto. Per fortuna, anche in questo reparto, funziona il recupero fisico, i miei “angeli’, la fisioterapista Monica, attenta sino alla camera di degenza, con attenzione al vitto, e poi i colleghi Paolo, Giovanni, e Arianna, preziosi nei giorni in cui occorreva.
Sia come sia, anche il recupero presso questo reparto è arrivato al suo epilogo, favorevole, e quindi passaggio automatico al reparto 26, ultimo grado della degenza e al Don Gnocchi. Umanamente, trattandosi della preparazione alla fine degenza, si aspettava un trattamento umano, molto caldo. Con l’ eccezione di due OSS Elena e Mary, meglio non parlare del resto. Se non una citazione particolare per i fisioterapisti. In testa Enrico, assistito nel pomeriggio dalla giovane Letizia, che ha svolto il lavoro di gruppo. Enrico, ha trattato sia il recupero fisico, che quello pratico, insegnando la gestione del malato, mio marito, negli ambienti familiari, necessariamente diversi da quelli ospedalieri. Quindi, e concludendo, una esperienza umana molto dura, con l’aiuto necessario, di personale medico, infermieristico e fisioterapico.
Ovviamente con le differenze avanti citate.
Un grazie al Prof Macchi primario del reparto e al Don Gnocchi, una realtà Fiorentina ai massimi livelli
Antonella Sarti Pietretti
Talvolta, nella vita di un uomo accadono eventi imponderabili. A mio marito è occorso un incidente motociclistico gravissimo il giorno prima del suo compleanno, 24 luglio In breve quaranta giorni con prognosi riservata, in un coma ma, per tutti, precedente solo all’ultimo viaggio. Invece il miracolo, perché di questo si tratta, il risveglio tanto improvviso quanto veloce. Appunto un miracolo. A questo punto e siamo all’inizio di settembre, il trasferimento al Don Gnocchi, reparto Cod 75, ovvero il reparto degli scampati alla morte, ma con esiti motori e cognitivi gravissimi. Il reparto è coordinato da una giovane quanto capace dottoressa, Camilla Grifoni. La squadra è composta da medici molto preparati professionalmente e umanamente che collaborano con tutti gli operatori per aiutare il paziente e la famiglia.
L’atmosfera, ad un primo impatto, risulta quello di una caserma. Cosi l’ha vissuto mio marito, che comunque già dal secondo giorno ne ha riferito l’organizzazione, e la precisione teutonica, anzi meglio. La sveglia al mattino sempre alla stessa ora, poi la terapia da parte del personale infermieristico. Quindi la colazione, seguita dalla toilette personale, tanto precisa, quanto accurata. Per questo un riconoscimento a Lorenzo Longinotti, coordinatore infermieristico, per l’organizzazione del personale infermieristico e oss. Poi il lavoro di recupero psicofisico, condotto da una serie di operatori, tanto capaci, quanto moralmente ricchi. Una squadra di operatori che si sono presi cura di mio marito, la Dott.ssa Annamaria Romoli e Camilla Grifoni per la parte clinica, un fisioterapista di sicura e grande esperienza, Matteo, affiancato per altri compiti da una giovane quanto capace logopedista motivazionale. La solida ed esperta terapista occupazionale Caterina. I nomi sono così, vissuti da ‘amici’. Solo nomi propri usati sempre con cordialità, da tutti. Caterina terapista occupazionale dedicata insieme alla Dott.ssa Grifoni dell’uso del robot per la riabilitazione psicofisica. Mio marito rapidamente a proprio agio con il sistema di misurazione dei robot. E poi tanti video funzionali, per gli arti offesi, e qui riportati al centro dell’azione, sostanzialmente un recupero computerizzato, a tratti anche divertente. Un programma per il quale il Don Gnocchi risulta all’avanguardia in Italia.
Il mio ‘paziente’ mi ha chiarito tutti i passaggi, sostenuto dalla cordiale umanità di tutti gli operatori che ho personalmente riscontrata nei vari e ripetuti scambi di baci, abbracci, saluti in tutti i luoghi del reparto, dalla macchina del caffè, alla camera di degenza, ai laboratori medici.
Laboratori nei quali la Dott.ssa Romoli, oltre alla sua professionalità, operava con una personale simpatia, alla portata di pazienti e familiari.
Una citazione particolare per il Dottor Borsotti, l’uomo che cura la psiche dei malati, e dei familiari, come non citare gli incontri alla sua presenza coi familiari, i traumi duri come quello di mio marito, provano la sua psiche è quella dei familiari, d’altronde 45 giorni di coma con prognosi riservata, e poi oltre sei mesi di recupero fisico hanno un prezzo fisico e psichico da pagare.
Fortunatamente per mio marito, le cure e le attenzioni ricevute hanno compiuto la guarigione, e quindi il passaggio al reparto 56 , quello nel quale finisce, per molti la fase di recupero fisico.
Quindi si è aperta una fase di grande speranza. Subito il sistema di vita del reparto, tuttavia, è apparso meno attento di quello del 75, è molto meno preciso.
Gli orari molto approssimativi, le cure idem, e qui mio marito è stato colpito dal COVID. Alcuni giorni di febbre, e di isolamento, non solo medico, ma totale da tutti. Fino a scordarsi anche il vitto, per avere la cena due volte è occorsa una telefonata da fuori. Senza dubbio una sensibilità inferiore a quella del precedente reparto. Per fortuna, anche in questo reparto, funziona il recupero fisico, i miei “angeli’, la fisioterapista Monica, attenta sino alla camera di degenza, con attenzione al vitto, e poi i colleghi Paolo, Giovanni, e Arianna, preziosi nei giorni in cui occorreva.
Sia come sia, anche il recupero presso questo reparto è arrivato al suo epilogo, favorevole, e quindi passaggio automatico al reparto 26, ultimo grado della degenza e al Don Gnocchi. Umanamente, trattandosi della preparazione alla fine degenza, si aspettava un trattamento umano, molto caldo. Con l’ eccezione di due OSS Elena e Mary, meglio non parlare del resto. Se non una citazione particolare per i fisioterapisti. In testa Enrico, assistito nel pomeriggio dalla giovane Letizia, che ha svolto il lavoro di gruppo. Enrico, ha trattato sia il recupero fisico, che quello pratico, insegnando la gestione del malato, mio marito, negli ambienti familiari, necessariamente diversi da quelli ospedalieri. Quindi, e concludendo, una esperienza umana molto dura, con l’aiuto necessario, di personale medico, infermieristico e fisioterapico.
Ovviamente con le differenze avanti citate.
Un grazie al Prof Macchi primario del reparto e al Don Gnocchi, una realtà Fiorentina ai massimi livelli
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Massimiliano Losi
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Pistoia Fortunato
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Romina Petroni
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Raffaela Pirolli
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Nino Parietti
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Linda Ferretti
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
Palma Minicucci
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE
E 4 volta che vengo e sempre uguale,gente che si lamenta,nemeno una persona contenta quando esce.
Visto che non e di sicuro competente,ma con tutta gente che e capace di fare questo lavoro con quore proprio una come lei dovete tenere?
Sara Barca
E 4 volta che vengo e sempre uguale,gente che si lamenta,nemeno una persona contenta quando esce.
Visto che non e di sicuro competente,ma con tutta gente che e capace di fare questo lavoro con quore proprio una come lei dovete tenere?
Riferito al reparto di RECUPERO E RIABILITAZIONE FUNZIONALE